Basilica di S.Antonino
Piacenza

La storia

Stemma Una prima basilica fu eretta tra il 350 e il 375 al tempo di S.Vittore, primo vescovo di Piacenza.
Molto probabilmente ebbe il ruolo di cattedrale fino a metà del IX secolo, quando il vescovo Seufredo decise la costruzione di una nuova cattedrale all’interno delle mura cittadine. Mantenne comunque grande importanza, oltre che per essere la basilica dedicata al santo patrono anche per la posizione lungo la via francigena.
Sotto lo stesso vescovo Seufredo, nel 868, subì un primo rifacimento. Poco tempo dopo però, durante le invasioni barbariche, fu gravemente danneggiata. Così nel 1014, quando era vescovo Sigifredo, fu deciso di ricostruirla e ampliarla. Nel 1171 fu realizzato il portale del Paradiso; nel 1186 si parla di un’edificazione della chiesa, probabilmente una ripresa dei lavori iniziati precedentemente.

La pianta a croce latina rovesciata e la torre ottagonale che si alza all’incrocio tra il corpo longitudinale e il transetto, non è molto frequente nel romanico padano. Gli studiosi sono concordi nell’individuare nella zona occidentale la parte originaria.
Diverse, invece, le ipotesi sullo sviluppo della chiesa. Per alcuni la chiesa paleocristiana aveva una sola navata e asse nord-sud; nel IX secolo sarebbe stato aggiunto un transetto in corrispondenza del quadrato d’incrocio e all’inizio dell’XI secolo il corpo longitudinale a 3 navate. Secondo altri, la basilica paleocristiana a 3 navate era “occidentata” come il S.Pietro di Roma; nel IX secolo fu eretto il transetto a ovest e nel quadrato d’incrocio un tiburio. Un’ultima e terza ipotesi è quella della presenza di un battistero accanto all’antica chiesa, corrispondente alla base della torre.

La torre, così come appare oggi, risale alla fine del XII secolo eccetto il coronamento che fu aggiunto agli inizi del XV secolo.
L’importanza della basilica in questo periodo è testimoniata dall’incontro che nel 1183 in essa si svolse, tra i delegati della Lega Lombarda e quelli dell’imperatore Federico Barbarossa per discutere i preliminari della pace di Costanza.
Targa Lega Lombarda Attorno al 1230 venne sistemata la facciata nord e nel 1350 realizzato l’atrio del Paradiso su progetto di Pietro Vago. Nel contratto stipulato l’anno precedente, è indicato l’obbligo di utilizzare parte del materiale proveniente dal precedente Paradiso. Si trattava, quindi, di rimpiazzare e probabilmente ampliare un atrio già esistente.
Nel 1483 ebbe inizio la costruzione del chiostro su uno preesistente. Il lato sud fu abbattuto il secolo successivo per aprire il vicolo detto dei chiostri di S.Antonino.
Sul finire del XV secolo fu soppresso un piccolo ospedale annesso alla chiesa, come conseguenza della fondazione dell’Ospedale Grande. Nel 1495 il soffitto in legno a capriate venne sostituito da volte in stile gotico.
Nel 1530 furono chiusi per ragioni statiche i primi due ordini delle bifore della torre. Ai lavori del 1562 si deve la costruzione di nuove cappelle nelle navate laterali e l’ampliamento dell’abside, decorato il secolo successivo.
Tra il 1853 e il 1856 si decise di operare un esteso rifacimento dell’interno della basilica, con intonaci e stucchi in stile neogotico, secondo i gusti dell’ecclettismo ottocentesco. Furono rifatte anche le gradinate davanti alla facciata ovest.

Nel XX secolo iniziarono una serie di interventi di restauro che continuano ancora ai giorni nostri.
I pinnacoli furono ripristinati nei restauri di Ettore Martini del 1901. Preludio di quelli molto più estesi, commissionati dal 1918 all’architetto Giulio Ulisse Arata e che furono condotti con l’obbiettivo di riportare la basilica all’"originario splendore", da raggiungere attraverso l’eliminazione degli interventi operati tra il cinquecento e l’ottocento. Il restauro non fu completamente portato a termine secondo gli intenti dell’autore e consistette nell’eliminazione di due cappelle addossate all’esterno del transetto, di una a nord lungo la navata laterale e a sud di locali sopra il lato del chiostro; infine nella ricostruzione in stile romanico della facciata ovest con l’eliminazione del vecchio portale.

Diversi i criteri dei restauri del dopoguerra, tesi a conservare l’esistente.
Al 1971 risale il nuovo rosone del Paradiso. Negli anni 80, tra il 1983 e il 1987, fu aperto il cantiere per risolvere i problemi statici della torre. Furono risolti grazie al consolidamento delle fondazioni con micropali e delle strutture in alzato con iniezioni di cemento e micro-cerchiature di trefoli d’acciaio occultate da stuccature. Il tutto senza alterare l’aspetto esterno. Dopo il restauro fu possibile riaprire le bifore della torre.
Nei primi anni del XXI sono da ricordare il restauro dell’organo del 2003 e nel 2012 quello del chiostro, notevolmente degradato e a rischio di crollo, ora restituito in tutta la sua bellezza.